Soci non clienti: il contributo del mutualismo al welfare

Oltre 500 le Società di mutuo soccorso attive in Italia, in crescita rispetto al 2016. 63% è la percentuale del raccolto 2017 ritornato ai soci, per le mutue attive in ambito sociosanitario. (tratto da Vita #5 – S. De Carli)

Il mutualismo oggi è una chiave di volta della sanità integrativa, ma è importante rimarcare i valori e le radici storiche, a partire dal fatto che le persone non sono clienti ma soci e dalla creazione di un valore sociale aggiunto.

Le società di mutuo soccorso (SMS) sono enti del Terzo settore: significa ad esempio che dei 223 milioni di euro raccolti dai contributi associativi nel 2017 tra quelle attive in ambito sociosanitario, il 63% è tornato ai soci, che l’assistenza è garantita per tutta la vita, che le cariche sono elettive ed i soci partecipano alla “governance” della mutua.

Un altro elemento da evidenziare è l’impegno delle SMS attive in ambito sociosanitario sul versante culturale: quasi il 50% di esse fa anche attività di animazione del territorio (creando convenzioni specifiche) e spesso di educazione e di prevenzione, lavorando sugli stili di vita, l’alimentazione, il well being … tutte attività che portano a ridurre quel consumismo sanitario tanto diffuso.

Il 40% circa dei soci delle mutue viene da una convenzione aziendale, un dato che fa capire la capacità di intercettare le trasformazioni in atto del welfare aziendale, rendendosi player interessanti anche per il profit.

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