Nell’anno del Covid-19 la diffusione del welfare aziendale sale.

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Il fenomeno monitorato attraverso i contratti aziendali e l’attività dei provider

(Osservatorio Welfare Assolombarda – Anno 2020)

 

L’emergenza causata dal Covid-19 ha avuto creato una situazione di grande criticità per molte imprese nel 2020: non sorprende quindi che, per la prima volta, stando ai dati sugli accordi depositati presso il Ministero del Lavoro, il loro numero registri una flessione (-6,8% rispetto al 2019). In questo quadro appare quindi particolarmente indicativo che il tasso di diffusione, ovvero la percentuale degli accordi con contenuto di welfare aziendale, registri un aumento, salendo al 59,7% dal 52,9% del 2019.

 

Un’opportunità a disposizione di due lavoratori su tre

L’indagine sul lavoro offre un quadro del fenomeno per le province di Milano, Monza, Pavia e Lodi. Nel 43,8% delle quasi 650 aziende (con 110 mila dipendenti) che hanno partecipato alla rilevazione risulta vigente un accordo di secondo livello e, tra queste, più della metà (il tasso di diffusione è del 53,5%) regolamenta la materia del welfare. In pratica, sull’intero campione, il welfare aziendale è presente in un’azienda su quattro (23,4%). Il fenomeno assume dimensioni ancora più significative se, oltre al suo carattere estensivo (vale a dire la percentuale di imprese interessate) si considera quello intensivo, vale a dire la quota di lavoratori che possono usufruire di tale opportunità sul totale in forza nelle aziende considerate: ben 65,4%, ossia 70 mila sui 110 mila complessivi.

 

Aumenta l’importo speso in servizi welfare

L’Osservatorio dispone, grazie ai provider che collaborano all’iniziativa, di informazioni di dettaglio sulle somme mediamente spese dai beneficiari di welfare aziendale e sulle tipologie di servizi fruiti. Nel 2020 i lavoratori hanno mediamente potuto disporre di importi stimabili mediamente in 780 euro (in lieve contrazione dai quasi 800 del 2019, ma in compenso è salita la propensione di spesa (a 76,5%, dal 74,4%). L’effetto complessivo è stato un aumento dell’importo effettivamente speso in welfare: 596 euro in media per lavoratore, +1,1% rispetto ai 589 euro rilevati nel 2019.

 

Cresce l’importanza dell’assistenza sanitaria integrativa

Nel 2020 la misura che registra le dinamiche più significative è l’assistenza sanitaria: non a caso, nell’anno dell’emergenza sanitaria creata dalla pandemia di Covid-19. Da un lato raddoppia (al 58%, dal 30% del 2019) la presenza nei pacchetti offerti dai provider, dall’altro aumenta specularmente (al 12%, dal 9% di un anno prima) la domanda di servizi di assistenza sanitaria da parte dei lavoratori e dei loro familiari.

E’ confermato il raddoppio dell’importo fringe per il 2021!

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516 euro al posto di 258 – come nel 2020.

 

Condividiamo una novità che può avere un impatto particolarmente positivo sulla pianificazione di interventi di welfare aziendale da qui alla fine dell’anno.

Con grande piacere replichiamo una delle tante news comparse in questi ultimi giorni.

 

L’importo dei fringe benefit viene raddoppiato anche per il 2021. A prevederlo è la legge di conversione del decreto Sostegni, che prolunga per il periodo d’imposta 2021 l’applicazione di quanto già previsto dal “decreto Agosto*”.

Anche per quest’anno raddoppia, dunque, la quota di beni e servizi, defiscalizzati e decontribuiti, che le aziende possono erogare ai propri collaboratori: il limite per la detassazione è portato da 258,23 a 516,46 euro**.

Questo intervento legislativo rappresenta un importante riconoscimento dell’attenzione e dell’impegno che le imprese hanno riservato alle proprie persone durante questi ultimi mesi e costituisce un sostegno concreto a favore di queste misure, che rientrano nella più ampia strategia del welfare aziendale.

 

*Decreto n.104 approvato dal Consiglio dei Ministri in data 8 agosto 2020

**Riferimento normativo per quel che riguarda il welfare aziendale è in particolare l’art. 51, comma 3 del Testo Unico sulle Imposte dei Redditi

 

Sei una PMI?
I fringe benefits sono uno strumento semplice e immediato, con cui puoi concedere una gratifica ai tuoi collaboratori in maniera discrezionale e unilaterale, contribuendo a sostenere il reddito delle persone, fornendo per esempio sconti su prodotti, buoni acquisto da utilizzare presso esercizi convenzionati, o beni materiali (tra i più classici: pc, telefono, auto). Puoi partire da questo intervento per iniziare a creare una cultura del welfare in azienda, di cui i fringe benefit sono uno degli strumenti.

I servizi welfare in tempo di pandemia

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Servizi di sostegno in periodo di pandemia

 

Nell’ultimo anno, in piena pandemia, diverse aziende si sono attivate per offrire nuove misure integrative ai propri collaboratori e per aiutarli ad affrontare l’emergenza sanitaria.

 

 

Cosa si può fare ?

Un ottimo esempio viene da un’azienda piemontese, che ha recentemente realizzato un piano innovativo di welfare aziendale per rispondere ai nuovi bisogni emersi tra i propri dipendenti a seguito della pandemia.

Il progetto ha richiesto il coinvolgimento di varie divisioni interne, a seguito di un percorso di ascolto e interlocuzione con tutti i collaboratori dell’azienda, finalizzato alla conoscenza dei loro bisogni sociali.


Il piano

Il piano di welfare prevede una serie di interventi finalizzati a trovare soluzioni alle necessità di natura sociale.

Sul fronte educativo, ad esempio, sono state introdotte convenzioni con una scuola per l’infanzia e con una cooperativa.

L’azienda ha previsto la copertura di parte del costo della retta scolastica e la possibilità di usufruire gratuitamente di un pacchetto di ore di baby sitter.

Inoltre, grazie all’accordo stipulato con la cooperativa, i lavoratori possono accedere a interventi per l’assistenza domiciliare di familiari anziani o non autosufficienti, parzialmente pagati d’azienda.

Sono state introdotte anche azioni per agevolare il disbrigo delle attività quotidiane di ogni collaboratore. È stato assunto un maggiordomo aziendale, che si occupa di assolvere ad alcune delle necessità dei dipendenti in base ad un calendario condiviso. Questa figura particolare si occupa di fare piccole commissioni, come la ricezione e la consegna dei pacchi in azienda, il pagamento delle bollette, piccole spese e così via.

 

Il rafforzamento dello smart working

Il piano di welfare ha previsto inoltre il rafforzamento dello smart working a seguito della pandemia.

Date le difficoltà sperimentate negli ultimi mesi, al fine di limitare l’impatto del lavoro da remoto sui dipendenti, nel corso dell’ultimo anno sono stati avviati dei corsi formativi, finalizzati ad apprendere le strategie migliori per gestire lo smart working, favorendo l’equilibrio tra vita e lavoro.

 

Scopriamo un mondo di servizi, pensati per il benessere nella vita personale

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BENESSERE FISICO  – Febbraio 2021

 

IDEE di servizi Welfare su misura

Case 1 – come migliorare il benessere fisico e mentale

 

Molte persone ci chiedono consigli su come impiegare al meglio il proprio credito welfare.

Una buona idea, a nostro avviso, è quella di riservare un po’ di attenzione a sé stessi, alla cura del proprio fisico e al benessere generale.

Il welfare può essere l’occasione giusta per fare, o semplicemente per provare, alcune attività che in passato abbiamo tralasciato di fare per i motivi più vari.

 

Abbiamo quindi selezionato alcuni esempi, che vi proponiamo perché sono risultati graditi a molte persone collegate alla piattaforma.

Si può scegliere tra: diete personalizzate online, lezioni on-line e on-demand di yoga, mindfullness, ginnastica posturale e molto altro…

 

Food Inflammation test : utile per misurare il livello di infiammazione correlata al cibo, con un referto medico, ricco di informazioni e istruzioni per raggiungere il benessere alimentare.

 

Dieta personalizzata,  in presenza o on-line : vengono proposte diverse soluzioni di percorso dietetico, personalizzato in funzione dei propri obiettivi.

 

Lezioni di esercizio fisico one-to-one : si può scegliere una lezione one to one di varie discipline tra Yoga, Pilates, Calisthenics, Feng Shui, Automassaggio, Meditazione ed altre.

 

Ginnastica posturale : è un percorso di 8 lezioni on-line di ginnastica posturale ad esercizi mirati al miglioramento del tono posturale, per la mobilità articolare e la stabilizzazione addominale.

 

Shapeme Wellness Club : è una nota piattaforma digitale, dedicata agli amanti del benessere, con contenuti esclusivi, corsi live o pre-registrati, personal trainer online per allenarsi in modo professionale.

 

 

Nuovi servizi per i Genitori Digitali

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Servizi innovativi – Febbraio 2021 – Contributo di Jointly Welfare Solutions

 

Dedichiamo questo spazio ad un servizio che riteniamo molto utile ed attuale, a dimostrazione che il welfare non è solo spesa di largo consumo, ma servizi personalizzati di grande attenzione alle famiglie.

 

Welfare aziendale a supporto degli obiettivi più vari.

Lavoro e scuola a distanza. Utilizzo di pc, tablet e smartphone: la tecnologia digitale è sempre più presente nelle nostre attività quotidiane.

 

In questo periodo caratterizzato da smart working e home schooling, i genitori, così come i giovani, si ritrovano a utilizzare con molta più frequenza, e per gli obiettivi più diversi, computer e tablet.

Ma siamo certi di saper utilizzare al meglio questi strumenti?

 

In Italia si registra il tasso più alto di analfabetismo digitale di tutta Europa, che ha come conseguenza, purtroppo, una maggiore esposizione ai pericoli della rete.
I giovani stessi lamentano la mancanza di punti di riferimento per quanto riguarda l’educazione digitale: uno su 10 dichiara di non aver mai parlato con nessuno di tematiche legate al mondo del web, mentre il 47% dichiara di non essersi mai confrontato con la famiglia.*

 

L’azienda può supportare in modo concreto i propri collaboratori grazie a “Genitori Digitali”, un programma che si pone un duplice obiettivo:
– sviluppare nuove competenze digitali utili ai genitori;
– fornire gli strumenti necessari per guidare i figli a un uso consapevole del digital.

 

Il percorso si compone di 5 webinar in streaming (tra febbraio e marzo 2021), che consentono anche di interagire con esperti e con altri genitori della community:

  • 17 Febbraio – Overview competenze digitali e personal branding
  • 24 Febbraio – Saper comunicare in rete
  • 3 Marzo – Prevenzione, sicurezza e privacy sul web
  • 10 Marzo – Gestione dei social e gaming online
  • 17 e 19 Marzo – Community di socializzazione lungo la crescita

 

Per maggiori informazioni sul Genitori Digitali, scrivi a welfare@seleservice.com, entro il 4 febbraio

 

 

Si torna alla vecchia soglia fringe di 258 euro

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INFORMAZIONE FISCALE  – Gennaio 2021

 

La legge di bilancio 2021 ha stabilito di riportare la soglia fringe benefit ai precedenti 258,23 €.

Si parla di una proroga (forse a febbraio 2021), ma per ora la “nuova soglia” è tornata ai valori precedenti l’emergenza Covid.

 

Welfare aziendale e legge di bilancio 2021: per ora ha vinto il rinvio.

Salta la proroga dei fringe benefit a 516 euro introdotta dal Decreto agosto 2020 e si torna ai canonici 258 euro.

Si punta al Milleproroghe di febbraio 2021 per riproporlo. E purtroppo, salta anche l’incentivo alla mobilità sostenibile nel welfare aziendale.

 

Tutti noi eravamo ragionevolmente convinti che, con il protrarsi dell’emergenza Covid almeno fino alla metà del 2021, si sarebbe confermata la possibilità di spendere fino a 516 euro per beni e servizi di tutte le tipologie nell’ambito del welfare aziendale, al fine di dare un sostegno economico alle famiglie, senza appesantire ulteriormente la cassa integrazione o creare nuovi bonus fiscali.

Invece, senza alcuna motivazione, si torna indietro con un effetto, seppur piccolo, di blocco dell’economia.

L’emendamento, a cura dell’on. Jessica Costanzo, indica una copertura di spesa di 12,2 milioni di euro per il 2021 e 1,1 milioni di euro per il 2022 (che coprirebbe il solo mese di gennaio 2022). 

“Si tratta di una misura strategica di grande importanza per il mondo del lavoro e per le imprese – ha spiegato l’on. Jessica Costanza. Gli impatti di un simile provvedimento sono altamente vantaggiosi sia come forma di sostegno al reddito dei lavoratori che come incentivo alla ripresa dei consumi interni, oltre a costituire un vantaggio fiscale per le imprese.  La proroga del provvedimento, inoltre, è necessaria visti anche i tempi brevissimi di applicazione della norma (introdotta solo ad agosto 2020), che in tre mesi non ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità.”

Anche da parte sindacale, la valutazione generale sull’estensione a regime dell’innalzamento del tetto dei fringe benefit a 516,46 euro è positiva.

Speriamo quindi nel decreto Milleproroghe, che verrà discusso a febbraio 2021.

 

 

Una leva strategica per affrontare l’emergenza e per la ripresa sostenibile del Paese. La premiazione delle PMI “welfare champion” da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed i dati di Welfare Index 2020

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da Percorsi di Secondo Welfare e Welfare Index PMI – estratto

 

Le PMI con un welfare più maturo, nel contesto del Covid19, hanno avuto maggiore capacità di reagire all’emergenza e sono state punto di riferimento per la comunità.

Sanità, sicurezza, assistenza, formazione e conciliazione vita lavoro si confermano le aree di maggiore intervento.

Il welfare aziendale fa crescere l’impresa in termini di produttività e occupazione: il nuovo modello di analisi dell’impatto delle azioni di welfare sui bilanci di 3 mila PMI attesta che, negli ultimi due anni, le imprese più attive nel welfare registrano il maggiore aumento di produttività (+6% vs media +2,1%) e di occupazione (+11,5% vs media +7,5%).

La quinta edizione Welfare Index PMI amplia ulteriormente il quadro di analisi con oltre 6.500 interviste, triplicate in 5 anni, e allarga la partnership a tutte le 5 Confederazioni nazionali, con l’ingresso di Confcommercio. Il rapporto Welfare Index PMI si arricchisce delle analisi su Covid e impatti del welfare sui risultati di bilancio.

Lo scorso 22 settembre è stato presentato il Rapporto 2020 di Welfare Index PMI – iniziativa promossa da Generali Italia con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni.

Nel corso dell’evento il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le Politiche Sociali, Stanislao Di Piazza, hanno premiato 78 imprese “Welfare Champion”, che si sono cioè contraddistinte per il loro piano di welfare aziendale e i loro interventi nel campo della conciliazione vita-lavoro. 

Si tratta di organizzazioni che hanno implementato dei piani di welfare particolarmente complessi, caratterizzati per numerosità e intensità delle iniziative, da un alto grado di coinvolgimento dei lavoratori o per un forte impegno economico e organizzativo.

Date le particolari circostanze, inoltre, quest’anno per il premio è stato tenuto conto anche dell’impegno che le imprese hanno mostrato nel fornire delle risposte all’emergenza Covid-19 per i loro collaboratori, le loro famiglie e le comunità in cui sono inserite: dai tamponi, ai test sierologici, alle iniziative aperte a tutto il territorio e di sostegno al sistema sanitario nazionale, fino alla realizzazione di progetti di formazione a distanza, integrazione al 100% del reddito dei dipendenti in cassa integrazione e nuove modalità di lavoro.

I vincitori sono stati selezionati in sei categorie: Industria, Agricoltura, Artigianato, Commercio e Servizi, Studi e Servizi Professionali e Terzo Settore.

Fatta tale premessa, i dati sui comportamenti delle PMI del nostro Paese sul piano del welfare e delle politiche di conciliazione appaiono molto interessanti.

Il rapporto si propone infatti di monitorare le iniziative delle imprese – di tutti i settori produttivi e tendenzialmente di tutte le classi dimensionali – suddividendole in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.

L’esenzione dei fringe benefit raddoppia e sale a 516 euro (per il 2020).

(1 minuto e 50 di lettura)

INFORMAZIONE FISCALE  – Agosto 2020

 

Welfare aziendale: l’esenzione dei fringe benefit raddoppia e sale a 516 euro.

Le novità del decreto agosto, in vigore da sabato 15 agosto 2020

 

Welfare aziendale, raddoppia il limite per l’esenzione fiscale dei fringe benefit: la novità del decreto agosto rende più incisiva la normativa sull’esenzione di beni e servizi riconosciuti ai lavoratori dipendenti, come buoni spesa, carte carburante, prodotti tecnologici o altri beni e servizi generici.

 

Welfare aziendale, sale la soglia di esenzione fiscale: le novità in merito alla tassazione dei fringe benefit rientrano nel pacchetto di misure fiscali del decreto agosto.

Il testo del decreto, approvato dal Consiglio dei Ministri in data 8 agosto 2020, porta il limite per la detassazione di beni e servizi riconosciuti ai lavoratori dipendenti a 516,46 euro.

Il raddoppio dell’esenzione fiscale sul welfare aziendale è però limitato all’anno d’imposta in corso (per ora, anche se i sindacati hanno chiesto di mantenerlo), e quindi si applica esclusivamente per i fringe benefit riconosciuti nel 2020.

È l’articolo 112 del decreto agosto a prevedere il raddoppio del limite di esenzione per il welfare aziendale. Modificando quanto previsto dall’articolo 51, comma 3 del TUIR, la soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit passa da 258,23 euro a 516,46 euro.

Entro tale limite, il valore di beni ceduti e servizi erogati dalle imprese ai propri lavoratori dipendenti non concorrerà alla formazione del reddito, e sarà quindi esente da imposte e contributi.

La ratio della misura è quindi quella di agevolare la concessione di beni e servizi o altre misure di welfare aziendale ai dipendenti, grazie all’incremento del limite che comporta l’obbligo di tassazione totale.

Welfare aziendale, come funziona l’esenzione per i fringe benefit

L’esenzione fiscale per il valore di beni ceduti e servizi prestati dal datore di lavoro ai dipendenti è contenuta all’articolo 51 del TUIR, relativo alla determinazione del reddito da lavoro dipendente.

Il comma 3 stabilisce che non concorre alla formazione del reddito il valore dei fringe benefit entro la soglia di 258,23 euro, limite che il decreto agosto innalza a 516 euro per il 2020.

Nel caso di superamento di tale soglia, l’intero importo dovrà essere considerato in sede di calcolo di imposte e contributi.

Per l’applicazione dell’esenzione fiscale, l’erogazione di beni, prestazioni, opere o servizi da parte del datore di lavoro può avvenire mediante voucher cartacei o elettronici riportanti un valore nominale.

I fringe benefit rappresentano ad oggi uno dei principali strumenti utilizzati dalle imprese a beneficio dei lavoratori, proprio per via dell’esenzione fiscale. Possono essere riconosciuti in diverse forme, e quelle più comuni sono sicuramente i buoni spesa, i voucher per l’acquisto di libri, di prodotti informatici o per il trasporto pubblico.

Ricordiamo che nel limite di cui sopra non rientra il valore dei buoni pasto, per i quali è prevista una specifica disciplina di esenzione.

Opinioni a confronto sui risultati e l’evoluzione del Welfare aziendale – ne hanno parlato alcuni Capi del Personale.

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Ieri abbiamo partecipato al webinar “Welfare nelle priorità e priorità nel welfare”, organizzato da Jointly e con la partecipazione dei responsabili HR di alcune primarie aziende.

Uno spunto iniziale alla tavola rotonda è venuto dalla relazione della task force governativa del 26 maggio us, presentata da Bonetti, che ha espressamente indicato al Capitolo 2 la linea di sviluppo e di potenziamento del Welfare aziendale, per fronteggiare l’emergenza Covid e dare aiuti concreti alle famiglie.

 

Le risposte alla pandemia da coronavirus possono venire anche dal welfare aziendale.

Con l’avvento della fase 2 e l’estensione del ricorso allo smart working molto sta cambiando. E’ stato sottolineato che sono in atto un’evoluzione ed una rivoluzione nel welfare attualmente offerto dalle aziende italiane. In questo scenario, i servizi di welfare aziendale rappresentano l’aiuto su cui grandi imprese e Pmi possono fare affidamento.

“Durante le prime settimane della pandemia le aziende si sono giustamente focalizzate su come garantire adeguata protezione sanitaria a dipendenti e collaboratori sul luogo di lavoro”.

Concentrati sulla gestione dell’emergenza, “il primo driver da soddisfare è stata la sicurezza, poi la vita privata dei dipendenti e la scuola”.

Come indicato da un’altra ricerca, tra i servizi più richiesti ci sono le lezioni online per bambini e ragazzi, perché “dove non arriva la scuola, siamo in grado di offrire, grazie a piattaforme ludico-didattiche, momenti di formazione, per esempio, imparando le lingue o ripassando la matematica”.

Ci sono poi i servizi agli anziani e alle persone con disabilità, “che eroghiamo in collaborazione con la nostra rete di fornitori e cooperative sociali”, come spesa a casa, altro genere di commissioni di primaria necessità e videochiamate per garantire assistenza a 360 gradi.  Ed è “cresciuto il ricorso al supporto psicologico, con particolare attenzione ai soggetti più fragili”.

A fronte di queste esigenze, è stato di grande utilità il “far sentire la presenza dell’azienda”, ad esempio attraverso delle chat interne, o con la costituzione di fondi per dare aiuti economici ai colleghi svantaggiati o con la concessione di ferie gratuite.

 

Cosa succederà ora, a fronte di scuole chiuse, richieste di azioni di prevenzione sanitaria, di assistenza a persone anziane ecc. ecc. ?  Succederà inevitabilmente una rimodulazione dei servizi di welfare.

Ascolto e comunicazione sono delle priorità del welfare attuale, da realizzare “attraverso survey molto semplici, con poche domande per comprendere come stanno vivendo questa emergenza i collaboratori, molti dei quali resteranno in situazione di smart working (con qualche difficoltà) fino a fine anno”.

Passando alle richieste di servizi che hanno avuto un sensibile incremento, abbiamo registrato: servizi e prestazioni sanitarie, corsi di formazione professionale, educazione figli e ancora l’assistenza ad anziani.

Il welfare aziendale ha un altro asso nella manica su cui poter fare affidamento: il legame con il territorio dove, “soggetti come noi sono e saranno motore di sviluppo” grazie al legame con privati, istituzioni e cooperative che già li aiuta a configurare una ricca offerta di servizi, e specie di fronte a quelle necessità cui lo Stato da solo può sempre meno garantire risposte efficaci di cui i bisogni di minori e anziani sono un dato di fatto chiaro e frequente.

 

Non dimentichiamo “la dote straordinaria che il welfare aziendale porta sempre con sé, cioè il fatto che investimenti in questo ambito non sono soggetti né al cuneo fiscale né a quello contributivo”.

La speranza è che la classe politica intervenga per liberare il potenziale del welfare aziendale e non soltanto per introdurre “misure spot o stanziamenti isolati”. 

 

Infine, segnaliamo l’iniziativa di una grande azienda che ha stipulato, per tutti i dipendenti, un’assicurazione sulla vita per ogni causa, a prescindere dal Covid19. L’azienda si è detta orgogliosa del risultato, perché questo ulteriore riconoscimento è stato molto apprezzato.

Il “decalogo” del Welfare in azienda

(riferimento:  Servizi come te e Tuttowelfare)

Riprendiamo sinteticamente alcune considerazioni sull’attualità del welfare aziendale di fine anno 2019, emerse in occasione di un webinar  per la presentazione del libro  “Welfare in azienda”, di un’intervista all’autore Prof. Luca Pesenti dell’ Università Cattolica di Milano e da alcuni articoli collegati all’evento, perchè alla luce dello stop dovuto alla pandemia Covid sono tutt’ora valide.

Stiamo assistendo a un BIG BANG del welfare aziendale

 “dal 2016 abbiamo assistito a un’espansione improvvisa del settore, i provider hanno cavalcato quest’onda del mercato e oggi se ne contano 92”. Il problema è che la conoscenza è ancora limitata: tra le aziende medio-grandi ormai possiamo dire che il welfare, in forme differenti, è inserito al 100%, ma se prendiamo le piccole imprese, che rappresentano il tessuto sociale del nostro Paese, non arriviamo all’1%”.

Il welfare è una trasformazione culturale dell’impresa

Durante il webinar, è stato ribadito più volte la necessità di rinnovamento delle politiche aziendali, dove il welfare aziendale rappresenta una trasformazione culturale. Ma per arrivare qui, è altrettanto necessaria un’operazione di “fertilizzazione culturale” sul tema: o il welfare aziendale arriverà a corrispondere alle necessità sociali dei lavoratori, o diventerà un’altra cosa.

Abbiamo bisogno di guardare un po’ più in là

“I provider svolgono un ruolo decisivo, ma serve spingersi oltre: piattaforma e conversione del Premio di Risultato sono retoriche che limitano la possibilità di sviluppo del mercato. Il provider non è la soluzione al problema.

Tanto è che la conversione del Premio di Risultato è ancora molto bassa: il vero welfare in azienda si fa prima del PdR.

Quale ruolo per il Terzo Settore?

C’è un ruolo importante che può avere la Cooperazione all’interno di un modello di welfare aziendale che parte dai bisogni dei lavoratori, transita dalle imprese e arriva virtuosamente sui servizi territoriali che possono dare una risposta a quei bisogni.

Il “decalogo” del welfare in azienda:

  1. CULTURA
  2. RELAZIONI INDUSTRIALI
  3. ASCOLTO
  4. NON SOLO PDR
  5. ATTENZIONE AI CARICHI DI CURA
  6. CAPACITA’ DI SCELTA, NON SOLO POSSIBILITA’
  7. QUALITA’ DEI PROVIDER
  8. RUOLO DEL TERZO SETTORE
  9. RETI
  10. RAZIONALIZZAZIONE DELLA NORMA.