Vantaggi del Welfare in Azienda
Molto spesso ci viene chiesto a cosa serve il welfare e quali sono i vantaggi per le parti interessate.
La misurazione della catena del valore d’impatto è oggi un tema di grande attualità. E l’analisi dei risultati prodotti va oltre gli aspetti più tangibili e più “monetizzabili”. Si valuta e si misura l’impatto sui familiari, sul territorio e anche sulla società, con metodi molto precisi e utilizzando strumenti di analisi sofisticati.
Leggendo vari report che nel tempo, notiamo, sono sempre più approfonditi e dettagliati da numeri via via più precisi, abbiamo individuato i principali impatti prodotti da iniziative di welfare aziendale:
- Per il personale dipendente: risparmio di tempo e denaro, maggior benessere personale, sviluppo di competenze e miglior equilibrio tra vita e lavoro (worklife balance);
- Per l’Azienda: maggiore identificazione con l’azienda e i suoi programmi, maggiore produttività, incremento della fidelizzazione e riduzione dell’assenteismo, maggior benessere organizzativo, migliore reputazione dell’azienda;
- Per le famiglie: supporto economico, miglioramento dell’assistenza del familiare, aumento delle opportunità per i figli, come istruzione e occupabilità, aumento del benessere familiare;
- Per la società ed il territorio: sviluppo economico indotto sul territorio, cittadinanza consapevole, sostegno aggiuntivo al welfare pubblico, riduzione di emissioni ambientali, aumento della fiducia verso il sistema Paese.
Fare welfare di qualità fa bene alle aziende.
Lo dimostrano i risultati del report di impatto presentato in questi giorni da Jointly. Applicare le corrette metodologie di misurazione e di rendicontazione d’impatto sociale sulle azioni di welfare permette alle nostre aziende di comprendere l’impatto delle proprie politiche e di prendere decisioni informate per un futuro sostenibile.
Alcuni esempi
Grazie al servizio welfare, per la metà dei collaboratori (50%) migliora la capacità di gestire le energie tra lavoro e famiglia. In famiglia, per i figli aumenta l’autonomia nella vita quotidiana (4,5 in una scala 1-5) e per molti caregivers (42%) alleggerisce il carico di cura.
Un progetto, denominato PushToOpen dedicato a genitori e figli, non solo ha aumentato l’engagement dei collaboratori (82%) verso la propria azienda ma lo Sroi – il ritorno sociale dell’investimento – è stato di 2,64€ per ogni euro investito. Il progetto infatti ha aumentato la fiducia verso il sistema Paese (40%) e ha ridotto il numero dei ragazzi che non studiano né lavorano.Ci sono infine i risultati che vengono misurati in relazione a progettualità specifiche, come ad esempio verso le mamme con figli under 15, o per l’intercultura, o per dare un sostegno in situazione di fragilità. In questi, come anche in altri progetti, vengono rilevati aumenti significativi nella capacità dei partecipanti di gestire la vita privata, di gestire il cambiamento o recuperare energie per il lavoro, oppure di migliorare l’ascolto, le capacità relazionali ed empatiche. Per i ragazzi sono sensibilmente migliorate la capacità di essere autonomi, di prendere decisioni e la propensione a viaggiare o ad imparare una lingua.
Inoltre, in quasi tutti i casi, risultano evidenti il risparmio di tempo (l’80% dei collaboratori lo conferma con un recupero quantificato fino a 5 giorni) e un aumento dell’identificazione con l’azienda da 3 fino a 4,3-4,7 in una scala 1-5.
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